Gli ebrei a TraniThe jewish in trani

Nella prima metà del XI secolo Trani ospitava una numerosa comunità ebraica, alle cui origini ci sarebbero, secondo alcuni, ebrei venuti dalla Spagna islamica per sfuggire all’intolleranza degli Almohadi, rigoristi musulmani di origine berbera. È probabile che anche ebrei baresi si siano rifugiati nella città quando Guglielmo il Malo distrusse Bari nel 1156 per punirla di essersi consegnata all’imperatore bizantino Manuele Commeno. Benyamin bar Yonah, ebreo di Tudela (Navarra) nelsuo diario di viaggio (Sefer Massa‘ot), intrapreso tra il 1159 e il1166 attraverso l’Europa e l’Asia, annota: “E di qui [Ascoli] in due giorni di cammino [si giunge] a Trani, che si trova sulla riva del mare. Qui, per comodità del suo porto, si raccolgono tutti i pellegrini che si recano a Gerusalemme. Vi è una comunità di Israele di circa duecento con a capo rabbi Elia, rabbi Natan il Commentatore e rabbi Iacob. È una città grande e bella”.

Nel 1195 l’imperatore Enrico VI confermò alla Chiesa tranese i diritti goduti dal tempo di re Guglielmo, ossia le decime di Trani e di Barletta e la giurisdizione sui giudei tranesi, precisando che il tributo da questi dovuto annualmente all’arcivescovo era di 37 once d’oro e 2/3; eccetto tale tributo, essi non erano tenuti ad altra prestazione personale o economica. Il privilegio fu confermato nel 1221 da Federico II di Svevia, che vi aggiunse il divieto per un cristiano di testimoniare contro un ebreo e viceversa. Nel 1231 l’imperatore affidò all’ebreo Curulia e ai suoi soci di Trani il monopolio dell’acquisto e della vendita della seta in tutto il Regno. Nelle Costituzioni Melfitane (Liber Augustalis, 1231) l’imperatore svevo espresse la sua equanimità ponendo sotto la propria speciale tutela, a motivo della diversità di fede, gli ebrei e i saraceni del Regno e vietando di far violenza alle loro persone e ai loro beni. Agli stessi ebrei affidò il prestito ad interesse che era vietato ai cristiani dalle leggi della Chiesa. Nel 1238, dopo una accurata inchiesta, seguita ad una accusa di infanticidio a Fulda – in Germania – proibì in tutto l’Impero che contro gli ebrei fosse elevata l’accusa di uccidere i cristiani per servirsi del loro sangue. Il periodo normanno-svevo fu il più felice nella storia degli ebrei di Trani:essi giunsero – come ci tramanda nel 1572 il giurista tranese Lambertini – ad avere quattro sinagoghe, l’ultima delle quali fu completata nel 1247. Ci fu una eletta fioritura di studi, soprattutto talmudici, come prova il cognome Mi-Trani“ da Trani”, con cui erano designati due dei più grandi maestri dei secoli XII-XIII: Isaia ben Mali “l’Anziano”, nato verso il 1180 (egli fu anche rabbino di Venezia), e suo nipote Isaia ben Eliyah, “il Giovane”, rigorista e contrario all’uso della filosofia greca nella spiegazione della Torah.

La serenità della comunità tranese fu turbata agli inizi della dominazione angioina con la conversione al cristianesimo di un suo maestro di nome Manuforte, il quale nel 1267 ottenne dalla Corte l’assegnazione di un contributo annuo di sei once d’oro, da prelevarsi dai proventi della tintoria, in ricompensa della sua conversione e del suo zelo per portare altri giudei al battesimo. Manuforte, che aveva anche denunciato la presenza nel Talmud e nei libri liturgici di ‘bestemmie’ contro Cristo e la Madonna, ottenne nel 1270 l’incarico di ricercare tali testi e di inviarli alla Corte. «In quel tempo – scrive Shelomoh ibn Verga (Shevet Yehudah, 19) – c’erano a Trani, Bari e Napoli persone assai rinomate per il loro sapere, in particolare predicatori e poeti; non ce n’erano di simili sulla terra, salvo che in Provenza».

Il proselitismo accanito di Francescani e Domenicani, coadiuvati dalla corte angioina, portò nell’ultimo decennio del secolo XIII al disfacimento delle comunità e al passaggio di molti ebrei del Regno alla fede cristiana; a Trani nel 1294 i neofiti (o cristiani novelli) furono 310. La loro condizione, comunque, non si alleviò molto, perché i frati inquisitori continuarono a vessarli e gli arcivescovi a pretendere con forza il contributo pecuniario annuale che era dovuto dagli stessi come ebrei prima della conversione. La Corte intervenne più volte in difesa degli ex-giudei e dei loro discendenti e nel 1413 re Ladislao volle che due dei sedici cittadini da eleggere ogni quattro mesi come amministratori della città fossero neofiti.

Foto: Sigillo di cera rossa di Federico II, databile 1197-1212 (Napoli, Archivio di Stato).In the first half of the 11th century Trani was home to a large Jewish community. Various sources lead as to believe that they had originally come from Spain after fleeing from the Almohadi, rigorous Muslims of Berber origins.

The Jews from Bari, probably sought shelter in Trani after William the Bad destroyed the city in 1156 as a punishment for rendering to the Byzantine Emperor Manuel Comnenus.

In his journey from Europe to Asia from 1156 to 1166, Benjamin bar Jonah, a Jew from Tudela (Navarra), kept a travel diary (Sefer Massa’ot). He wrote:

“It takes two days to arrive from Ascoli to Trani.
The city is situated on the seaside, where all the piligrims gather to go to Jerusalem; for the port is a convenient one. The Israelite community is of about two hundred, at their head being Rabbi Elijah, Rabbi Nathan, the expounder, and Rabbi Jacob. It is a grate and beautiful city”.

The Emperor Henry VI, in 1195, confirmed the Church rights dating back to the reing of King William.
That is the tithes of Trani and Barletta and the jurisdiction on the Jews of Trani, specifying that their annual tax wasn’t to be over 37 and 2/3 ounces of gold and weren’t obliged to pay anything else.

The privilege was confirmed in the year 1221, when Fredrik II Hohenstaufen prohibited Christians and Jews to testify against one another. In 1231 the emperor granted the kingdoms entire silk monopoly to the Jews of Trani Curulia and his associates.

In the Costitutions of Melfi (Liber Augustalis, 1231) the Jews were also granted the monopoly on interest loans, prohibited for Christians By Church laws.

In 1238, after an accurate investigation which followed an infanticide charge in Fulda, Germany, the Emperor prohibited Christians to accuse Jews of murdering them in order to obtain blood for the Passover rituals or for remedies.

The Normann-Hohenstaufen era was the most serene for the Jews in Trani. The jurist Cesare Lambertini (1475-1561), tells us that they had four synagogues, the last of which was completed in 1247.

There was a bloom of successful Talmudic studies and scholars as shown by the name Mi-Trani “from Trani”, given to two of the most important teachers of the 12th-13th centuries: Isaiah ben Mali “the elder”, born around 1180 (he was rabbi in Venice) and his grandson Isaiah ben Eliyah, “the young one”, rigorous and contrary in using Greek philisophy when explaining Torah.

The serenity of the Jewish community in Trani was upset with the beginning of the Angevin domination and when the teacher Manuforte converted to Christianity in 1267.

The Court assigned him with six ounces of gold, to be obtained from the earnings of the dye-works.

Manuforte had revealed curses against Jesus and Mary in the Talmud and in the prayer books. He was given the assigment to find these texts and send them to the Court.

The ruthless proselytism of the Franciscans and Domenicans supported by the Angevin Court during the last decade of the 13th century destroyed much of Trani’s Jewish community. In 1294 the neophytes were 310.

Their conditions didn’t get any better becuse the Friars continued oppressing them and the Archbishops continued on demanding the same annual pecuniary contribute asked before the conversion.

The Court intervened many times in defence of the Jews and their descendants, in1413 King Ladislaus decided that two of the sixteen citizens elected to be the city’s administrators every four months were to be neophytes.

Photo: Seal of Frederick II of Hohenstaufen in red wax datable to 1197-1212.